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Racconto di pace e scuse

Tuttavia, più di ogni altra cosa – affermerà il paese delle opportunità sprecate – imploriamo perdono da voi, anime native, coloro che abbiamo sterminato al nostro arrivo, i veri americani, che americani non erano affatto, e fu forse questo l’inizio della loro sventura.
All’unisono, si leverà dritta la rivale di sempre, la grande madre Russia, e con sincero pentimento domanderà scusa per i gulag, naturalmente, ma sarebbe scontato, perché in pratica dovrà rispondere di più o meno le medesime colpe dello storico nemico, tra tutti il sacrificio dei diritti umani e l’annientamento sistematico delle voci stonate tra gli autoctoni.

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