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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Storie di ragazzi e ragazze: L'importanza del bicchiere

L'importanza del bicchiere di Alessandro Ghebreigziabiher A casa di Teresa. Si discuteva. Animosamente si discuteva, anche quel giorno. Con la tavola apparecchiata nel mezzo e tutta intorno la vita che si nutre. Dei pieni di questo mondo. “Va tutto a rotoli”, si lamentava il padre. “E’ come se ogni giorno potesse dimostrarti che la discesa non è ancora finita, che esiste un nuovo gradino verso il basso…” “Che esagerazione,” si smarcava sua madre. “Vedi sempre tutto nero, tu.” “E’ la realtà, amore.” “Le cose possono migliorare, vedrai.” E la solita schermaglia si dipanava con snervante monotonia. Io vedo. Io vedrò. Tu non vedi quel che vedo e tu non sei in grado. Di immaginare. Quel che spero. “Mi avete rotto le palle”, esclamava suo fratello nei suoi giorni migliori, allorché il sedante monitor a ben cinque pollici e mezzo del cellulare ne moderasse i toni. Quindi si alzava e creava vuoto. Lungo la circonferenza privilegiata dove ci si nutre. E ci si p

Il dono della diversità Marchio Microeditoria di qualità 2015

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Il terrorismo spiegato ai bambini

Il terrorismo spiegato ai bambini di Alessandro Ghebreigziabiher Foto dallo spettacolo "Roba da bambini" “Mamma, cos’è il terrorismo?” chiese la bambina. Difficile rispondere a una domanda di una figlia, allorché tu stessa non abbia compreso la risposta. Ma non si può evitare l’ostacolo. Altrimenti qualcun altro lo farà per te. Aggiungendone altri. “Non lo so bene”, disse come prima cosa la donna. Un punto alla mamma, annunciò l’espressione sul volto della piccola. La sincerità è sempre un bel modo per iniziare un discorso. Ma non ci si può fermare all’inizio. Altrimenti qualcun altro andrà avanti per te. O addirittura indietro. “Ti dirò quello che ho capito”, aggiunse la mamma. Un altro punto, approvò lo sguardo della bimba. L’onestà è sempre un bel modo per continuarlo, un discorso. “Credo sia far del male alle persone.” “Fare del male come uccidere?” “Anche.” “Con le bombe?” “Sì.” “Con le pistole e i coltelli?” “Con tutto quel che faccia

Storie di bambini: Il segreto di Stefano

Il segreto di Stefano di Alessandro Ghebreigziabiher Lo so. Io lo so che sei lì, ora. Ne sono certo. Stefano non disse altro, tra sé. E scese in strada, in cerca di Paolo. Il figlio del portiere era sempre in guardiola, nel primo pomeriggio, a torturare il tablet con i polpastrelli ipnotizzati. Dall’ennesimo gioco o solitudine all’ennesimo mistero adolescenziale. “Lo vedi anche tu?” chiese il bambino dai capelli rossi molto corti e gli occhi verdi molto svegli, apparso come dal nulla. “Chi?” chiese il giovane dal volto brufoloso ma aggraziato. Un inconsapevole futuro bello, insomma. “Lui o lei, non lo so. Ma è lì, non ho dubbi.” Paolo mollò il prezioso compagno di tempo e tanto altro e uscì dalla guardiola. Quindi sollevò il volto alle nuvole. “Parli di Dio?” “No... macché. Che non lo vedi che è come noi?” “Chi?” domandò per l’ennesima volta il ragazzo, iniziando a preoccuparsi seriamente per la salute del piccolo amico. “Quella, o quello, non si vede bene

Storie di donne: La donna che non dimentica

La donna che non dimentica di Alessandro Ghebreigziabiher C’era una volta un’anziana donna. Una donna con una memoria da far paura. Agli uomini, prima di tutto. Poiché, laddove si narri che molti tra il cosiddetto lato forte della luna temano le menti dotate tra l’altrettanto supposto gentil sesso, se c’è una cosa che terrorizzi ulteriormente il cavaliere sul campo e la dama che non dimentica. Ecco, così era detta nel quartiere. La signora che non dimentica . Per tale ragione, allorché ti fossi presentato alla di lei libreria per acquistare il famigerato libro nonricordoiltitolo , aggiungendo i soliti unici indizi, lohascrittoquellolìconlabarba e conlacopertinarossa , eri sicuro che prima o poi avrebbe risolto l’enigma. Più prima che poi. E si sa, sono i più prima che poi che si distinguono tra i più. Che poi . Ora, si da il caso che anche per la donna dall’hard disk sempre in ordine giunse il giorno della débâcle. Come dire, anche i giganti cadono. E più