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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

Immigrazione spiegata ai bambini

Immigrazione spiegata ai bambini di Alessandro Ghebreigziabiher C’erano una volta tre porcellini. E potremmo fermarci qui. Perché tutti conoscono la favola. O, meglio, la storia. Nondimeno, finché quest’ultima non soddisferà tutti allo stesso modo, forse è il caso di raccontare ancora. Il primo porcellino era il nuovo arrivato. Per mare, o attraverso muri di mattoni e menzogne, era al fine giunto, spaesato e spaventato. Un po’ per l’impellenza di costruirsi un riparo, ma anche perché non avrebbe potuto permettersi di meglio, si era fatto una casa di paglia. Malgrado il freddo e la pioggia che entrava da tutte le parti, si era accontentato della migliore alternativa possibile. Al nulla. Tuttavia, non aveva fatto i conti con il lupo, feroce e crudele animale del bosco. Già, il lupo, perché c’è e sempre ci sarà un lupo, nelle favole. Compra il libro : Ebook - Cartaceo E’ il resto che deve ogni volta fare la differenza. Il cattivone, non appena vide la fr

Storie di paura: Mi sono svegliato

Mi sono svegliato di Alessandro Ghebreigziabiher Mi sono svegliato e ho visto me. Ho visto un mondo dove le parole stesse sembrano contare più delle vite che in qualche modo contengono. Ho visto le più sgradevoli tra esse urlate o sussurrate con la stessa indifferenza. Le ho lette in cima al monte di altrettante parole ammucchiate nel bel mezzo della pubblica piazza un attimo prima che rotolassero giù, sempre più giù, portandosi via tutto. Perfino le vite di cui sopra. Ma poi, per fortuna, mi sono svegliato. E ho visto una gigantesca sala hobby, a entrata rigorosamente vip, ricolma di tavoli con seduti intorno una miriade di signori dal potere in una tasca e gli occhi nell’altra. Ciechi ben vestiti e sorridenti a bocca talmente larga da poter ingoiare un intero sciame di mosche obese e continuare imperterriti a giocare con il futuro degli invisibili dal passato impronunciabile e il presente scomodo. Malgrado ciò, per buona sorte mi sono svegliato. Mi sono svegliato e

Storie di donne: Una giornata sfortunata

Una giornata sfortunata di Alessandro Ghebreigziabiher Una giornata sfortunata. Niente da eccepire, definizione perfetta, sintesi ottimale capace di evocare esattamente quel che mi è accaduto oggi. Senza sorprese. O, forse, un’infinità. L’incidente nel breve, come sovente accade. Esco di casa, sono in ritardo come al solito e con un’imperdonabile sbadataggine inciampo nel tappetino all’ingresso del condominio, finendo con il capo sul portone. Risultato, livido in fronte e, soprattutto, occhiali rotti. Giornata sfortunata, certo, ed ecco il titolo sottinteso, le parole con il nobile compito di spiegare tutto, che il più delle volte falliscono miseramente nell’impresa. Senza occhiali sono persa , come dissi un giorno al mio ultimo ex spasimante durante il nostro ultimo appuntamento, nell’ultima volta, lo giuro, che ho accettato di uscire con un tipo suggerito dalle amiche. Persa, è così, e così è stato nel dì del titolo. Sono arrivata a scuola per miracolo, viaggiand