Via d'uscita di Alessandro Ghebreigziabiher “Ciao, Claudio.” “Ciao a te, Adele.” Pausa imbarazzata barra prendi tempo. “E’ strano vederti qui, in comitiva.” “Già, lo è anche per me.” “Cosa?” “Vedermi qui. Anche vedere te, eh? Ma non che tua sia strana, chiaro? E’ strano il vederti, non te. Non mi permetterei mai…” Provvidenziale risata condivisa e sciogli tensione. “Hai fatto bene, comunque. Te ne stai sempre chiuso in casa con la play …” “E’ vero.” “E come mai sei qui, oggi?” “E’ colpa di un gioco.” Merito , ovvero dicesi intervento specificante non richiesto, tipico dello scrittore invadente. “Raccontami, sono curiosa, anche se non ci capisco nulla.” “D’accordo, se proprio vuoi.” “Lo voglio.” Seconda pausa imbarazzata, ma solo da una parte, riconoscibile per la maggiore intensità di rosso sulle gote. “Allora, erano settimane che stavo incollato al monitor, giorno e notte, incastrato in questo quadro assurdo. Ero bloccato, avevo provato di tutto, an
di Alessandro Ghebreigziabiher, scrittore, drammaturgo, attore e regista teatrale