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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

Storie sull'ambiente: L’ultimo bicchiere d’acqua

L’ultimo bicchiere d’acqua di Alessandro Ghebreigziabiher C’era una volta l’acqua. Va bene, non esageriamo, non possiamo più, ormai. Diciamo la verità. C’era una volta l’ultimo bicchiere d’acqua. Immaginatelo, immaginatevi. Tutta la gente del mondo che accorra stremata e consumata dall’arsura attorno all’ultimo dono rimasto. Ovvero due. Perché anche il bicchiere è un meraviglioso presente, se ci pensi, così come tutto quel che abbia la fortuna di contenere la parte migliore di noi. Ecco perché nessuno si dovrebbe sentire in diritto di maledire e in qualsiasi modo imprigionare il corpo altrui, per quanto inopportuno nelle forme e nel movimento. Ma questa è un’altra storia. Ragioniamo sulla scena. Se fosse uno solo a raggiungere il bicchiere, senza indugiare neanche per un secondo, lo afferrerebbe con foga e berrebbe avidamente. Laddove arrivassero in due, ecco l’esito più probabile: si scannerebbero con le poche forze rimaste e l’unico sopravvissuto alla tenzone

Storie di ragazzi: Andrea che non era abbastanza

Andrea che non era abbastanza di Alessandro Ghebreigziabiher “Vede, signora”, fece l’insegnante con tono paterno. “Non è che suo figlio non si applichi, tutt’altro. E’ che non ce la fa a fare di più, ecco. Il livello è quello, ma non è abbastanza.” Così, tornai a casa afflitta. E così, alla fine dell’anno Andrea fu bocciato in prima media. Qualcuno dirà che l’intelligenza non è tutto nella vita. C’è altro, deve esserci. A trovarlo, avrebbe detto Matteo, mio marito. L’aveva presa così, il padre, con sarcasmo e cinismo, i più facili accorgimenti per gestire i propri fallimenti. Perché così vedeva nostro figlio: un fallimento su tutta la linea. A riprova di ciò, l’amara scena del ricevimento genitori a scuola si ripeté in modo praticamente uguale in altri ambiti. “Ma non lo convocate mai per la partita?” chiesi un giorno all’allenatore di basket, dopo almeno due anni di frequentazione della palestra. “Vede, signora…” Ogni volta che qualcuno inizia una frase con vede s

Matrimoni omosessuali spiegati ai bambini e ai ragazzi

Le casette per tutto l’amore che c’è di Alessandro Ghebreigziabiher C’era una volta una scuola. Nella scuola c’era una classe. Come tante. La classe aveva un maestro. Confuso. Come molti. Il maestro confuso decise di trovare le risposte che cercava proprio da coloro i quali avrebbero dovuto aspettarsele da lui. Ovviamente, si avvalse dei preziosi vantaggi del linguaggio semplice delle esistenze incontaminate. “Bambine e bambini”, disse avvicinandosi alla lavagna. “Oggi vi propongo una specie di indovinello. Immaginatevi un mondo dove soltanto due tipi di figure possano decidere di amarsi e costruire insieme una casa: un quadrato e un triangolo : “Disegnate ora le casette che ne verrebbero fuori.” I piccoli alunni apprezzarono quasi tutti all’unisono la possibilità di risolvere il problema con colori e matite, forse perché alla loro età è come liberare un uccellino dalla gabbia. Osservando le varie creazioni degli studenti, il maestro confuso si rese conto

Storie sui diritti umani: Il vero problema è la distanza

Il vero problema è la distanza di Alessandro Ghebreigziabiher “Mamma”, chiese un giorno una bimba aliena alla madre. “Gli umani sono come noi?” “No, cara.” “Perché?” “Perché hanno dei problemi.” “Tanti?” “Molti, ma uno più di tutti.” “Quale?” La madre aliena ci pensò su un istante ma poi decise di affidarsi al super potere più invincibile dell’universo. Le storie. “C’era una volta un essere umano. Immagina una persona che in tutta la sua vita si sia dimostrato il più egoista e insensibile tra i suoi simili. Ora, mettiamo che il nostro si ritrovi chiuso dentro una stanza come un prigioniero, seduto su un divano e con una televisione sempre accesa in cui trasmettano solo tg, detto in breve. Per esteso, il racconto delle quotidiane miserie umane . Ma mettiamo anche che con lui, riverso in terra, ci sia un altro essere umano. Una vita ricoperta di stracci e polvere, amarezza e mala sorte, un figlio dell’ultimo gradino del mondo. Cosa succederebbe, secondo te?” La bimba