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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Storie di scuola: Prigioniera delle strisce pedonali

Prigioniera delle strisce pedonali di Alessandro Ghebreigziabiher Quella . Quanti nomi le abbiamo dato, negli anni. Quella strana e quella complicata , quella eccentrica e quella problematica . Quella lunatica , certo. E anche quella imprevedibile . Quella perennemente distratta e quella regolarmente impreparata . Tuttavia, alla fine ce l’ha fatta. Alla fine, o meglio subito prima di essa. Ce l’abbiam fatta tutti. Con l'ultimo nome, abbiamo capito. Come si dice, meglio tardi che mai, giusto? Quella delle strisce , così era diventata nel giorno dell’esame di maturità, tra i colleghi della commissione. Ed ero stata proprio io a mostrar loro ciò che avrebbe dovuto essere l’originale componimento della giovane maturanda. Tema: Con quale stato d’animo e quali aspirazioni affronti il futuro che ti attende? E come aveva replicato la nostra alla significativa domanda? Aveva disegnato, peraltro con mano ferma ed estrema cura dei dettagli, una perfetta serie di str

Storie di ragazze: Con un battito di ciglia

Con un battito di ciglia di Alessandro Ghebreigziabiher Serena. Se i nomi fossero sul serio tutta la storia che c’è. Se i nomi fossero onesti, come certi sogni. Allora capita che a tredici anni ti addormenti con impegno, tenero e tenace come i desideri che ti portano a quella festa, dove speri con tutta te stessa che starai bene, che tutto andrà bene e ci penserai su. Che poi è questo il bello, dai. Quello che resta e che migliora col tempo, giammai roba da cancellare un secondo dopo. Più tardi, al calar della notte, Serena, questo è il nome, solo quello, chiuse gli occhi. Anzi, no, li serrò di fretta e furia, come quando vai via da quella stessa festa, perfino prima della torta, l’unico motivo rimasto. E via a riempire il cestino di parole e immagini sgradevoli. Grassa , questa è la parola, magari fosse la sola. Perché ci sono così tanti modi per far male e non altrettanti per conviverci? Per fortuna che si possono chiudere, gli occhi. Che il cielo o chi per

Romanzo Thriller psicologico 2016: Elisa e il meraviglioso mondo degli oggetti

Elisa e il meraviglioso mondo degli oggetti Un romanzo di Alessandro Ghebreigziabiher Tempesta Editore Sinossi : Elisa è un’adolescente di quindici anni, complicata come tante o, forse, no. Dipende sempre da dove si guardi e, soprattutto, da quanto vicino. Vive con il padre, Sergio e la sua nuova compagna, Giulia. L’uomo si presenta come un programmatore infallibile, particolarmente ostinato nello scovare l’errore di turno e riportare le cose in ordine. Tutto il contrario della prima moglie e madre biologica di Elisa, Valeria, fantasiosa artista e donna fragile, scomparsa prematuramente. Anche Giulia asseconda con impegno la propria immaginazione, poiché ha intrapreso coraggiosamente la missione di vendere libri. Con altrettanta passione è entrata nella vita dei due, facendosi carico sin da subito della salute della ragazzina. Già, la salute, perché poco tempo dopo il suo arrivo nella casa la giovane crolla in un letargo inaccettabile alla sua età. Sergio e Giu

Quello che non vedi

Quello che non vedi di Alessandro Ghebreigziabiher Sono lì. Sono sempre stato lì. Nascosto tra le cose che rivedi . Perché questo è divenuto, oggi, il senso del guardare. Non vediamo per vedere davvero. L’intento primario è salvare, memorizzare, mettere da parte per ammirare rigorosamente più tardi. Il vivere in differita è il sol vivere concesso a coloro che usano salvare il mondo in memoria in attesa di trovare il tempo. Eppure, io sono sempre stato lì. Tra le cose che non vedi. Perché sono, letteralmente, una di loro. Banalmente, sono il clochard che, oramai, è lui a ignorare te, ancora prima del contrario. E sono la persona più insignificante sul metrò, probabilmente quella che hai non visto più volte, sempre sullo stesso vagone. Sono una delle tante teste dalla fronte convulsa e l’occhio stravolto, mal visibili attraverso i finestrini delle auto incolonnate sulla via. E sono l’anima, di tenere forme intessuta, prigioniera della solita foto rattristan

Storie d'amore: Siamo come lettere

Siamo come lettere di Alessandro Ghebreigziabiher E’ che siamo così. Come quelle lì, che riempiono spazi ovunque. Alla ricerca di un senso che arriva sempre a prescindere da loro. Potete chiamarmi Federica o Francesca . Pure Filippa , se vi suona meglio. Ecco, alla Fine della Fiera tutto Finisce nella musica, perché è questione di ritmo, di armonia tra due note. Io ero come molte. Priva di Fede nelle cose, malgrado la maiuscola non celi alcun riferimento al sacro. D'altra parte ero altresì manchevole di Fiducia in senso generale. Di Forza interiore e Fortezza morale. Una Figlia di questo tempo. Più che mai una Figlia di me stessa e di tutti i Fuorvianti accadimenti del vivere. Perché è così che spesso Fa la vita. Esattamente alla stregua di un provetto prestigiatore, adora distrarti, per poterti sorprendere come si deve. E così è arrivato Lui , sebbene anche stavolta la lettera capitale non riguardi l’onnipotente. A dirla tutta nella nostra comune na