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Storie d'amore: Siamo come lettere

Siamo come lettere

di
Alessandro Ghebreigziabiher


E’ che siamo così.
Alessandro Ghebreigziabiher
Come quelle lì, che riempiono spazi ovunque.
Alla ricerca di un senso che arriva sempre a prescindere da loro.
Potete chiamarmi Federica o Francesca.
Pure Filippa, se vi suona meglio.
Ecco, alla Fine della Fiera tutto Finisce nella musica, perché è questione di ritmo, di armonia tra due note.
Io ero come molte.
Priva di Fede nelle cose, malgrado la maiuscola non celi alcun riferimento al sacro.
D'altra parte ero altresì manchevole di Fiducia in senso generale.
Di Forza interiore e Fortezza morale.
Una Figlia di questo tempo.
Più che mai una Figlia di me stessa e di tutti i Fuorvianti accadimenti del vivere.
Perché è così che spesso Fa la vita.
Esattamente alla stregua di un provetto prestigiatore, adora distrarti, per poterti sorprendere come si deve.
E così è arrivato Lui, sebbene anche stavolta la lettera capitale non riguardi l’onnipotente.
A dirla tutta nella nostra comune narrazione, a sovrastarci, ci fu solo una cosa che avremmo potuto definire tale.
La parola più abusata della storia, la più bella con la a.
Lui potreste pure chiamarlo Luigi o Leonardo, ma pure Landolfo, come vi aggrada.
Ciò che conta è l’inizio della storia, come suggeriscono i raccontatori esperti.
E l’inizio è stato favorevole.
Al punto che l’unione di due solitudini stavolta ha funzionato.
Forse perché entrambe non son giunte a mani vuote all’appuntamento.
E se dal nulla niente fiorisce.
Da tutto, tutto può nascere.
Come il nostro danzatore carponi.
Emozionabile in un primo momento ed Estroverso il secondo, Ermetico una volta ed Effervescente l’altra, ma sempre capace di scrivere roba memorabile.
Da ricordare negli smarrimenti tra parentesi che devono pur esserci, altrimenti alla storia non ci crede nessuno, sostengono gli editor più smaliziati.
Perché dicono che il tre sia il numero perfetto, ma è vero solo per coloro sia tale.
Il nostro è stato il sei, guarda un po’?
Tre è stato solo l’inizio, che perfetto non lo è mai, altrimenti, dopo puoi solo peggiorare, mai il contrario, affermano gli sceneggiatori navigati.
Difatti, col tempo abbiamo anche noi Lottato contro le solite avversità e Liberato risorse nascoste, ma pronte a far la propria parte.
Abbiamo Inventato nuovi modi per apprezzare il riso e soprattutto Interpretare il pianto.
Più di ogni altra cosa abbiamo Condiviso qualcosa che ha valore solo così.
Insieme, solo Insieme.
L’ho capito, alla fine l’ho capito.
Che siamo così.
Come quelle là, che da sole sono inutili.
Senza un significato che si palesa unicamente per merito di qualcun altro.
Come lettere, che solo unite creano parole, racconti, vita.
Fabiola o Fausta, potete chiamarmi, ma pure Filomena.
Elusivo a tratti, il dono dell'unione, ma il bello è ritrovarsi.
Legati da una storia, questa.
Insieme, qui.
Colorando il bianco del tempo.
Insieme, anche alla fine.
Perché talvolta, non sempre, come esigono i lettori più attenti, siamo stati anche FELICI.

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