Le finestre di Mattia di Alessandro Ghebreigziabiher L’aspettativa generale era al minimo. L’attenzione dei presenti, perlomeno secondo registro, era ancora più esigua, dalla cattedra sino alle zone più torbide oltre gli ultimi banchi, dove la curiosità si desta unicamente per l’originalità dell’evento. Giammai per lo scontato, soprattutto laddove il protagonista di turno è storicamente inadatto a recitar nel ruolo vincente. Nondimeno, disattendendo ogni pronostico, Mattia era vispo. Incoscientemente tale, d’accordo, come potrebbe esserlo solo una comparsa che finalmente abbia trovato cosa dire. “Prego”, fece stancamente l’insegnante di informatica, “spiega pure ai tuoi compagni il capitolo che avevate per casa.” Di seguito sbadigli in quantità industriale e assenza d’occhi e orecchie da far crollare sicurezze financo nel più navigato abitante delle scene. Nondimeno, talora capita che queste ultime siano solcate da creature che non sono lì per ricever applausi e lo
Opere di Alessandro Ghebreigziabiher, scrittore, drammaturgo, attore e regista teatrale. Autore di circa venti libri, tra romanzi, antologie di racconti, fiabe per ragazzi, testi per le scuole e narrazioni teatrali. Nato a Napoli nel 1968 da padre eritreo e madre italiana. Antesignano tra gli scrittori afroitaliani, afrodiscendenti, attori teatrali di colore o neri, italiani di seconda generazione o di origine africana, ma la definizione che preferisce è “nato tra due Sud”, Africa e Napoli.