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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Una strana ragazza

Una strana ragazza di Alessandro Ghebreigziabiher È matta. Questo è ciò che pensano quasi tutti, a prima vista. E potrebbero fermarsi lì, in molti, perché questo è lo stile più in voga, oggigiorno, nel regno delle digitali frettolosità. Un’occhiata è appena sufficiente per decidere il proprio destino e anche di più. Poi qualcuno si avvicina alla ragazza immobile ormai da tempo indefinito, concentrata quanto assente, rapita da qualcosa di indecifrabile a occhio rapido, come s’è detto. Il più intraprendente prova a richiamare la sua attenzione con la voce, ma è tutto inutile. Quasi tutto lo è, quando ciò che resta è tutto per te, sembra dire con il corpo muto e rapito. Sta al cellulare? Chiede qualcun altro appropinquandosi. Una collettiva risata dileggiante ricopre l’ultimo arrivato. Credi davvero di essere il primo ad averlo pensato? Dove pensi di aver vissuto, finora? Tra persone così impavide da preferire la sorpresa alla pubblica accettazione? A proposito

La confessione di Valeria

La confessione di Valeria di Alessandro Ghebreigziabiher Ecco, ci siamo. Manca poco, Valeria, molto poco, devi essere onesta, ora. Sono una potenziale assassina, ma sono sopravvissuta alla forca per fortuna, e forse, per un pizzico di ostinazione tipicamente femminile. Oh, l’ho detto, sono contenta. Ma non basta, vero? Devo dirla tutta, devo farlo, ho bisogno di ricordare e confessare ogni cosa. Volevo ucciderti, lo ammetto, ho cercato molte volte di farlo e sono stata a un soffio dall’eliminarti dalla mia vita. Mi rimiravi con quello sguardo assente, con la testa altrove, il cuore da tutt’altra parte, e ogni singola cellula del corpo per i fatti propri, come se essere lì, in quel preciso momento non fosse la priorità. Quanto mi hai fatto penare, non hai idea, non hai. Quante delusioni ho dovuto sopportare, a causa tua, e della tua assoluta incapacità di ottenere risultati veri, quelli che fanno contenti famigliari e affini, che ti rendono degne di pubblica lode

Le scarpe nuove

Le scarpe nuove di Alessandro Ghebreigziabiher “Corrado…” fa la ragazza dopo essersi voltata, non trovando più il fidanzato al suo fianco. “Vieni via, che sta piovendo…” Il giovane, a dir la verità non più così tale, è immobile sul marciapiede, a un passo dalla veranda appositamente tesa sulla scintillante vetrina di una gioielleria. “Mi senti?” insiste Maria, indossando il giubbetto a malincuore, tradita come molti quel pomeriggio da un ingannevole illusione di primavera. “Vieni a ripararti qua sotto, scemo. Cosa fai, fermo lì?” Fermo , già. Corrado è fermo, con il capo chino, indifferente alle gocce di pioggia che man mano si affollano sul collo, decise a scivolare lungo la schiena e porre le basi per un robusto raffreddore. “Cosa stai fissando?” domanda la ragazza, tra il curioso e il preoccupato. Corrado solleva la testa e rimanda lo sguardo disegnando sul volto un sorriso a dir poco complesso. “Ridi?” fa lei. No, sembra rispondere lui. Ricordo . Ricordo qu

Racconto sulla povertà ad Haiti

L’igiene dei luoghi destinati al vivere è carente. E fiumi di plastica scorrono indifferenti, accompagnando il nostro andare come se fosse normale. Le stanze sono svuotate di tutto, tranne che di speranza. Eppure, malgrado alle vostre latitudini vi sentiate inermi di fronte all’ennesimo aggravarsi del conflitto tra i soliti nemici, a loro volta manovrati come eterne marionette dal famigerato mostro mangiapetrolio, noi balliamo, sì, balliamo sul nulla. Che paradossalmente, non sempre, ma almeno per un giorno, diviene meglio di tutto... Leggi il resto

Quando mio figlio ha aperto gli occhi

Quando mio figlio ha aperto gli occhi di Alessandro Ghebreigziabiher Sì, lo so, è sbagliato. Una madre non dovrebbe farlo a un’altra madre. Dovrebbe capire. Chiedo scusa, le chiedo perdono qui, su questa pagina, sperando che la legga, di più non posso, ma è stato più forte di me. Quando quella donna ha detto alla figlia, ad alta voce in modo che la sentissero tutte e tutti, che la maestra si era complimentata per i suoi splendidi occhi azzurri, non ci ho visto più, se scusate il gioco di parole. L’ho mandata a quel paese, edulcorando la versione ufficiale dei fatti, ecco. Ripeto, sono mortificata, ma… c’è un ma . Possibile che sono sempre io che devo capire gli altri? Esiste un momento, come una sorta di giorno dedicato a noi altre, madri di famiglie diversamente normali, in cui è il resto del mondo che deve sforzarsi? Facciamo che sia questo, allora, nello spazio di questa breve storia, che trova il suo favorevole esito nell’istante in cui sono entrata nello st

Racconto sulle armi nucleari

Ecco perché c’è bisogno di mano grande e ferma. Che abbia conosciuto la leggerezza di una nascita fortunata, ma che abbia altresì mostrato una netta tempra per farsi ferro innanzi al marrano di turno. Ecco perché servono occhi freddi e dalla veduta ampia. Che sappiano riconoscere le opportunità nei teneri virgulti, ma che non abbiano alcuna esitazione, laddove occorra sradicarli dal terreno per proteggere i prescelti. Ecco perché non possiamo permettere una democrazia dell’atomo. Quest’ultimo è un dio di forme semplici, innocuo solo per dimensioni, e di potenziale inversamente proporzionale a queste ultime, i cui favori andrebbero concessi soltanto agli eletti. E chi sono, costoro? Leggi il resto

Le polpette di Ikea sono turche

La tv è coreana, va bene. Ma il ‘va bene’ è nostro, cribbio. L’auto nel box è tedesca, confesso. E il caffè di stamattina viene dal Brasile. Le banane del consueto frullato a merenda sono del Senegal. Google, Facebook e Twitter sono americani, come dici tu. Ma io preferisco Instagram, tie’. Che è… è americano pure lui, ok… va bene! Pensi che non lo sappia? Pensi che non sappia che le mani che puliscono la mia casa vengono dalla Romania? Che quelle che si prendono cura di mia madre sono polacche? Leggi il resto

Sono troppo bella

Sono troppo bella di Alessandro Ghebreigziabiher Una storia al contrario in ben altro universo, dove in un mondo capovolto è l’imperfetto a regnare, a discapito delle eccezioni… “Caterina, basta piangere, su...” “No, mamma, non ci riesco…” “Sì che ci riesci, soffiati il naso con questo fazzoletto e lavati la faccia, coraggio.” La ragazza, a un passo dalla maggiore età, è seduta in terra nel bagno. Solleva il capo e mostra gli occhi arrossati e le lacrime di mascara sul volto. Quindi si tira su e obbedisce alla madre. Dopo essersi asciugata il viso, riprende a fissarne l’immagine riflessa nello specchio. “Va meglio, vero?” “No, mamma, non va meglio per niente… sono ore che provo trucchi su trucchi per la festa di domani, dopo aver passato mesi a studiare quegli stramaledetti video tutorial di Youtube. Mi ci vorrebbero degli effetti speciali… o magari qualcosa di magico…” “Sei troppo dura con te stessa, Caterina, devi apprezzarti di più, ti devi accettare per ciò ch

Storie di animali che attaccano l'uomo

Non ne abbiamo ancora fatta pubblica rivendicazione, poiché non sarebbe altro che un clamoroso assist a quei complottisti dei criceti, tra i più ferventi sostenitori delle origini aliene del sadico bipede dagli occhi cattivi. Esatto, vi chiamano così, ma cercate di capirli. Dopo generazioni intere in quelle maledette gabbiette a correre sulla ruota il risentimento cresce a ogni giro di quest’ultima. Nondimeno, abbiamo fin qui seguito pedissequamente le norme suggerite da sua maestà l’istinto, assecondando ogni vezzo della vostra folle, crociata umanizzante del regno vivente. Se questo è ciò che natura chiede, a essa ci affidiamo con devozione, ci siamo detti, di fronte alla dedizione nel trasformare pianeta e contenuto a vostra immagine e somiglianza. Leggi il resto