Il candidato più giovane di Alessandro Ghebreigziabiher Il giovane era un tipo sveglio, lo si vedeva dagli occhi sempre in movimento, mai davvero fermi, perennemente alla ricerca di qualcosa. Il più anziano pareva calmo, lo era veramente oppure aveva appreso con l’esperienza l’arte del controllo dei venti interni. Quello di mezzo non era facile da decifrare. Freddo, quasi assente, pressoché artificiale. Sarebbe stato perfetto come il classico indiziato numero uno in un avvincente film di fantascienza dove ci si scervelli per capire chi tra i protagonisti sia l’intruso, l’alieno travestito o il replicante usurpatore. “Signori, siete i tre sopravvissuti al ciclo di colloqui preliminari, complimenti”, disse la dottoressa Strump in Brambilla, professionista tedesca di Baviera per dedizione e moglie milanese per amore. O sesso, ovvero nessuno dei due, a seconda di come si svegliasse al mattino. “Come sapete”, proseguì la donna, alta e tipicamente nordica, bionda e con degli o
di Alessandro Ghebreigziabiher, scrittore, drammaturgo, attore e regista teatrale