Il regno dove non si poteva leggere di Alessandro Ghebreigziabiher C’era una volta un regno dove si poteva fare di tutto. Davvero tutto. Così, proprio per dare un’idea, vi dico che avreste potuto imbattervi in una macchina parcheggiata addirittura in quarta fila e, di fronte alle rimostranze dell’unico automobilista in regola, ammirare in sequenza: quello in seconda inveire su quello in terza , a sua volta apostrofare quello in quarta , quest’ultimo di tutta risposta imbestialito con gli altri due, ma tutti e tre alla fine concordi nel malmenare il primo. Il solo nel giusto. E questo è niente. L’assurdità più devastante era il potere delle parole. Dette . Si poteva dire di tutto, a tutti, in ogni momento e con qualsiasi bersaglio. Del corpo come del cuore. O del fegato, fate voi. Perché altrimenti dove la mettiamo la mia libertà? Ecco, questa era la solita obiezione che puntualmente veniva sciorinata. Bella, la totale libertà, regno invidiabile, da molti p
di Alessandro Ghebreigziabiher, scrittore, drammaturgo, attore e regista teatrale