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Visualizzazione dei post da giugno, 2017

Storie sull’amicizia: Ho perso tutto

Ho perso tutto di Alessandro Ghebreigziabiher Ho perso tutto. Ho perso davvero ogni cosa, quel giorno. Che roba, se ci ripenso. Uno di quei momenti che marcano il viaggio, senza scherzi. Già era iniziata da schifo, diciamolo. Lo sapevo che mi avrebbe bocciata, quella stronza, lo sapevo da mesi. Ma sono idiota o cosa? Perché cavolo mi sono prenotata all’esame? Lo so io, perché, è inutile che ci giriamo intorno. Perché so di essere fortunata. Ho culo, okay? Tutti lo sanno, mamma lo dice da sempre e mio fratello non fa altro che ricordarmelo quando a lui dice male. Bello? Non è mica colpa mia se sei nato sfigato, d’accordo? Lo dico a voi tutti, anche. Non è giusto che ve la prendiate con chi ha avuto vantaggi dalla natura, va bene? E’ la natura stessa, quella con cui dovete accanirvi, ci arrivate o cosa? Diciamolo, io il bacio dalla cieca sorte l’ho avuto eccome. Non lo dico io, lo dicono gli altri, okay? Ho i social che friggono di like, cuoricini e, soprat

Storie per riflettere: Il mondo attraverso gli occhi

Il mondo attraverso gli occhi di Alessandro Ghebreigziabiher Li vedo. La mia famiglia, li vedo sempre. Vedo anche ciò che loro non trovano. Più. Dicono che l’apparenza inganni e che il meglio sia il più delle volte nascosto agli occhi. Be’, c’è sempre la classica eccezione. E io lo sono, eccezionale, malgrado le apparenze e il meglio che non avrò mai. Dicevo, li vedo. La mia famiglia, ogni giorno. Vedo anche quel che loro vedono. La donna con i capelli grigi, colei che si muove più lentamente e che respira con altrettanta prudenza, osserva le cose al di là del vetro di una finestra sempre chiusa, ma lucida come uno specchio. Anzi, molto di più, perché riflette tutta la vita che non c’è da questo lato. L’altra donna, quelle che cela con cura i pochi, canuti intrusi, si accontenta di guardare le cose rimpicciolite, intrappolate e manipolate in un ammasso di plastica, circuiti e menzogne che non smette mai di assillarla con i suoi continui richiami sonori e color

Storie di bullismo: Ne basta uno

Ne basta uno di Alessandro Ghebreigziabiher Il ragazzino è alla mercé dei due. Perché si sa, è cosa abituale. Il bullo gonfia il petto tra un’infamia e l’altra, ma quando giunge il momento di entrare in scena non ha mai il coraggio di presentarsi da solo sotto i crudeli riflettori. “Picchialo”, urla Sergio, desideroso di coinvolgere il compagno nell’ennesima brutalità travestita da adolescenziale goliardia. Giorgio è alla prima sadica sortita. Solleva il braccio, carica il colpo, i muscoli si tendono e il cuore si fa minuscolo sotto il peso di una guerra atavica tra due tipi di vergogne. Quella di sembrar troppo debole agli occhi del cattivo e viceversa. Sta quasi per prendere la decisione che lo cambierà per sempre, quando la camera stringe su quel che accade nel piccolo, sottovalutato tale. All’interno del nuovo riquadro, il più grosso del branco mette sul piatto l’unica risorsa che ha, ed è tanta roba. Maggior peso, certo, baricentro equilibrato, tipico dei ca

Storie di scuola dove niente si impara

La scuola dove niente si impara di Alessandro Ghebreigziabiher C’era una volta una scuola. Una di quelle strane, di cui non si parla, e quando lo si fa, capita sempre per caso. Come quando si scrive una storia, perché non è, e mai dovrebbe essere, azione programmata ed eccessivamente lucida. Nella scuola di quelle strane, di cui non si parla, beate loro, niente si imparava. Perché niente si insegnava. Di conseguenza, maestre o professori, docenti e insegnanti, per esteso, il complicato e temuto adulto al di là del banco più grande, nulla spiegavano. Perché non c’era programma da seguire. Né registri da vidimare e tantomeno protocolli da applicare. Indi per cui, qualora fossi capitato in una delle aule della scuola tra quelle strane, di cui non parli, al netto di una congenita vocazione alla pervicace distrazione, avresti visto ben altro. Libri di testo, privi di quest’ultimo. Senza corposi indici e dettagliati capitoli, paragrafi indispensabili e pignole note a