A tua immagine
di
Alessandro Ghebreigziabiher
“Buongiorno, sono Attilio, come posso aiutarla?”
“Salve, sì, avrei un problema con l’immagine del profilo.”
“Capisco. Intestatario dell’account?”
“Avatar.”
“Non il nickname, intendo il nome reale.”
“Ecco, sì, è Avatar.”
“Mi prende in giro?”
“In che senso? E perché dovrei afferrarla mentre ruota su se stesso?”
Clic.
“Buongiorno, sono Andrea, come posso aiutarla?”
“Buongiorno a lei, sì, guardi, ho chiamato anche prima, c’è qualcosa che non funziona con l’immagine del mio profilo.”
…
“Andrea? C’è ancora?”
“Il nominativo, signore, mi serve il suo vero nome.”
“Avatar.”
“Il nome reale, signore, non ho tempo da perdere.”
“E come mai? Sta per morire?”
Clic.
“Buongiorno, sono Silvio, come posso aiutarla?”
“Ciao, sì. Ascolta, Silvio, io avrei l’immagine del profilo difettosa.”
…
“Silvio?”
“Sono qua, non mi muovo. Ma per risolvere il problema mi occorre il suo nome, signore, quello vero, gliel’ho già detto.”
“E quando? Lei è il primo Silvio con cui parlo...”
“Ma sono sempre io, caspita, cambio nome ogni volta per la privacy...”
“E perché, se lei lo cambia ogni volta, fa tante storie con il mio, di nome?”
“Mi prende per il culo?”
“Signore… non potrei neppure sfiorare il suo didietro. È impossibile.”
“Ma lei è serio?”
“Certo, sì, sempre.”
“E non ha davvero capito che ero sempre io, al telefono?”
“No, come avrei potuto?”
“La voce, signore, era la stessa.”
“Ecco, sì, questo è il problema, la mancanza di immaginazione, l’immobilità, la noia, e il restare sempre fermi, immobili.”
“Sono un sacco di problemi, signore, non uno.”
“In effetti.”
“E il suo nome è Avatar.”
“È ciò che sono.”
“Cosa vuol dire?”
“Che sono un Avatar, di nome e di fatto.”
“Guardi, solo perché è una giornata un po’ moscia e non ho ricevuto un’altra chiamata oltre alla sua nelle ultime sei ore, voglio stare al suo gioco.”
“Quale gioco?”
“Niente, veniamo al dunque. Se lei è un Avatar, non potrebbe avere problemi con l’immagine del profilo, capisce?”
“Perché?”
“Perché lei è l’immagine del profilo di qualcun altro.”
“Chi?”
“Il titolare dell’account.”
“Esatto, sì, è lui il problema, allora.”
“E quale sarebbe?”
“Vede, Silvio...”
“Sono Paolo.”
“Bene, un altro, sì. Buongiorno, Paolo, io avrei qualche difficoltà con l’immagine del profilo...”
“Avatar?! Sono sempre io e le sto confidando il mio vero nome...”
“Ah.”
“Mi diceva del problema con il titolare dell’account...”
“Sì, Paolo, il fatto è che da quando siamo insieme non fa che cambiarmi di continuo, il volto e l’abito, l’espressione del viso e la luce nello sguardo, la trama sullo sfondo e la postura nel ritratto.”
“E qual è il problema?”
“Il problema è che nel frattempo, malgrado i segni dell’età, egli è rimasto sempre uguale a se stesso, senza avanzare di un passo verso l’ideale orizzonte che a noi altri non è concesso neppure di sognare.”
Eppure, ero convinto che fosse lui, quello vivo...
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