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Visualizzazione dei post con l'etichetta racconti fantastici inventati

Senza parole

Senza parole di Alessandro Ghebreigziabiher In un futuro, si spera lontano… “Corrado!” … “Corrado…” … “Vuoi venire un momento, sì o no?” “Cosa c’è mammina?” “Niente, Lisa, tua madre vorrebbe informare i nonni della bella notizia.” “Quale, mammina?” “Come quale , Lisa? Il fratellino, ricordi?” “Ah, già, lui…” “Non essere gelosa, vedrai che sarà bello e saremo tutti più felici, credimi.” “Cosa vuol dire essere gelosa, mammina?” “Vuol dire che… Corrado! Sta sempre con quel casco virtuale in testa, caz…” “Non dire parolacce, mammina.” “No, non l’ho detta, mi sono fermata prima, dai…” “Come dici tu, mammina. Vado a chiamare papino?” “Sì, grazie. E un’altra cosa.” “Che?” “Sei troppo perspicace per avere otto anni.” “Cosa vuol dire perspicace, mammina?” “Le parole non le capisci tutte, ma il resto eccome, vero?” “Vado.” … “Cosa c’è, Donatella?” “Finalmente! Che stavi facendo?” “Niente.” “Niente... sì, mi sa tanto che in quel coso ci vedi le raga…” “...

Vietato sorridere

Vietato sorridere di Alessandro Ghebreigziabiher Novità : guarda e ascolta anche tramite Podcast Che giornata, ragazzi. Definirla memorabile sarebbe riduttivo, ma andiamo per ordine, partiamo dall’inizio, dal c’era una volta e… come al solito, giudicate voi altri. Apro gli occhi come sempre al richiamo della sveglia del cellulare, con le palpebre ancora recalcitranti a lasciar spazio al cosiddetto specchio dell’anima, e mi dirigo con il consueto passo malfermo dell’uomo di mezz’età al mattino in cerca dell’agognato posto libero in bagno. Nel tragitto mia moglie mi scorge dalla cucina, dove provvede al primo pasto dei pargoli. "Carlo", fa preoccupata raggiungendomi in corridoio, "come stai?" "Perché me lo chiedi?" rispondo con la voce ancora impastata dal perduto sonno. "Stai sorridendo…" osserva Sara. "Non è possibile", mi dico. Così corro allo specchio del bagno promesso, e rimango basito e col classico cuore in ...

Racconti fantastici: assedio finale

Assedio finale di Alessandro Ghebreigziabiher L’eco del discorso, nelle parti più sentite e coinvolgenti, risuonava ancora tonante nell’esercito, risucchiato ora nella battaglia. Lei è nostra, soldati. Lei è sempre stata nostra, anche laddove sembrasse il contrario. Così è e tale dev’essere, per il suo bene. Siamo l’ultimo baluardo, signori, il vitale avamposto oltre il quale non v’è ritorno. La nostra caduta comporterà disordine e caos, deriva morale e sofferenze senza fine. Noi dobbiamo lottare senza risparmio, perché siamo qui per questo. Per difenderla anche da se stessa . In breve, la battaglia si era fatta aspra e convulsa. L’assedio stavolta si era palesato con potenza inaudita. Il nemico pareva davvero pronto a tutto e la virulenza con cui si era abbattuto sui nostri era impressionante. “Generale, le truppe sono allo stremo…” “Nervi saldi”, rispose il comandante sul campo e anche fuori, ovunque, insomma, “siate distaccati e razionali come vi ho insegnat...

Racconti fantastici: I mostri non esistono

I mostri non esistono di Alessandro Ghebreigziabiher Novità : guarda e ascolta in versione Podcast Tutto iniziò con un verso spaventoso e spaventato nella notte. Come un grido. Già, come il grido di un figlio. Leggi pure come il meno ignorabile tra i suoni della vita. “Vado io”, disegnò con gli occhi lei. “D’accordo”, sembrò replicare lui, forse non sveglio del tutto. Lei abbandonò il giaciglio e si mosse con una rapidità impressionante, malgrado le leggi della fisica e, soprattutto, l’opinione della bilancia. Miracolo possibile unicamente truccando la gara tramite il famigerato doping. Ovvero, ordinaria amministrazione, nel caso tu sia madre. “Cosa è successo?” chiese quest’ultima al piccolo. L’autore dell’urlo che aveva improvvisamente interrotto il riposo della famiglia tremava come la classica foglia e aveva gli occhi a dir poco sgranati. La mamma si ricordò all’istante uno dei tanti segreti del magico legame che la legava a quella creatura ancora troppo...

Racconti fantastici: lo spettacolo di Dario

Questo racconto risale all'inizio del 2000 ed è stato pubblicato su varie riviste letterarie, oltre a far parte delle antologie Mondo giovane , La Ginestra editrice e Appollaiati sul balcone , Giulio Perrone Editore . La morte al centro di Alessandro Ghebreigziabiher 1 Che Dario fosse un tipo particolare lo si capì fin dall'inizio. Arrivò di notte in un palazzo di Via Modica, per occupare il monolocale fino ad allora proprietà della vecchia signora Elena, morta sola con la sua pazzia e il suo merlo, ancora più folle di lei. Sì, perché quest'ultimo aveva subìto ogni genere di tortura dalla donna, la porta della gabbia era aperta ma lui restava lì, come un innamorato accecato dalla passione. Fu il volatile quindi ad accogliere Dario che, con un bagaglio composto unicamente da un enorme baule, apriva per la prima volta la porta di casa alle tre di notte di quel piovoso sabato d'agosto. Un verso, flebile ma nitido, esprimeva il desiderio dell'anima...