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Il passeggero

Il passeggero

di
Alessandro Ghebreigziabiher


Di nuovo in un futuro prossimo, ogni giorno più simile al presente…

Pronto, parlo con l’Assistenza?
Risponde il software Help, numero di matricola 1947376, mi dica.
Ecco, io ho un problema con il sistema.
Nome?
E’ una cosa assurda, guardi, mi sembra di stare impazzendo…
Intanto, se vuole darmi il suo nome…
Che poi, sono stato uno dei primi ad aderire alla connessione totale. Mi è parsa subito una roba geniale. Connettere tra di loro tutte le macchine da noi utilizzate, dal cellulare, ovviamente, al forno a microonde, passando per il rasoio elettrico e il condizionatore.

Alessandro Ghebreigziabiher
Signore, sono lieto della sua approvazione, ma avrei bisogno del suo nominativo…
Lo sa che mi hanno anche intervistato in tv? L’anno scorso sono risultato il vostro cliente più affezionato. Eh, ti credo, il Wi-Fi non lo spengo mai, che fa pure rima.
Bravo, signore, ma senza i suoi dati, a cominciare dal nome, io non posso…
Ovviamente, non appena il fenomeno ha iniziato a farsi presente in maniera devastante ho immediatamente consultato uno strizzacervelli, come dicono nei film americani, o dottore della mente, come piace dire a me.
Ottima scelta, signore, e come è andata?
Non sono riuscito a parlargli, la segretaria del medico mi ha detto che loro non trattano pazienti del mio tipo.
Capisco. A ogni modo, le chiedo il favore di comunicarmi il suo nome, per vedere se…
Così, me ne sono tornato a casa afflitto, ma poi, dandomi il classico buffetto sul capo, mi son detto: come ho fatto a non arrivarci prima? Dev’essere un’anomalia del sistema! Tra l’altro, come mai non ho pensato alla spiegazione più semplice?
Già, signore, ha ragione. Ciò nonostante, siamo qui. Quindi cominciamo con il suo nome…
Ne ho parlato anche in chat con gli amici virtuali e in chat con gli amici reali, che poi, non ho ancora compreso appieno la differenza, ma nessuno di loro mi ha risposto, come se non mi sentissero. Ma lei mi sente, giusto?
Forte e chiaro, signore. Proprio per questa ragione, se volesse avere la cortesia di darmi il suo nome, io…
Guardi, bando alla chiacchiere, veniamo al sodo.
Esatto, signore, veniamo al nome…
Allora, tutto è cominciato quando ho preso l’auto dieci giorni fa per recarmi al lavoro. Mentre ero immerso nel traffico ho visto questo tizio accanto a me, sul sedile di lato. Mi sono spaventato, naturalmente, ma poi gli ho intimato subito di scendere, altrimenti avrei chiamato la polizia. E lui? Mi ha guardato con un’espressione spenta e indifferente, passiva e quasi comatosa, ecco. Da quel momento ho iniziato a vedermi accanto questo tipo ovunque, mentre guardo la tv o navigo in rete, quando messaggio con il cellulare e quando mi fono i capelli, quando metto in moto la lavastoviglie e perfino quando mi lavo i denti con lo spazzolino elettrico. Insomma, tutte le volte che faccio qualcosa…
Per la precisione, signore, mi pare che non sia esatto.
Cioè?
Non tutte le volte che faccia qualcosa, bensì laddove lei usi un qualche tipo di macchina.
E c’è una differenza?
No, a quanto vedo, per lei no.
A ogni modo, lo so benissimo da me, per questo vi ho chiamato.

Help? Software Help?

Matricola… 1947…377?
6, signore.
Come?
6 finale, signore, io conosco il mio nome, è lei che non sa il suo e non può saperlo.
Perché?
Perché ho finalmente capito qual è il suo problema, peraltro molto comune, oggigiorno.
E quale sarebbe questo problema?
E’ lei, cioè il passeggero.
Il tizio?
Sì, difatti lei è lui, ovvero… lui non è lei. Il signore che scorge al suo fianco, allorché interagisca con il sistema, è uno dei tanti vegetali connessi a essa come potrebbe fare un malato con una macchina artificiale. Solo che il tipo non è affatto malato.
E cos’ha?
Semplice, ha deciso di smettere di avere il volante in mano, se mi lascia passare la metafora, e si comporta come se fosse niente di più che un passeggero a bordo della sua stessa nave.
Ho capito. Ma… ma allora, io, chi sono?
Lei non esiste, signore, mi dispiace.
Ed è questa la cosa più assurda...






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