Ultimatum
di
Alessandro Ghebreigziabiher
Ti lascio.
Giuro che ti lascio, se continui così.
E’ una promessa, caro mio.
Anzi, è un ultimatum.
Così te lo ricordi.
Lo dice la parola, è l’ultima volta che ti perdono.
Sono stanca, sai?
No, che non lo sai.
Se lo sapessi, vorrebbe dire che te lo saresti ricordato.
E allora non saremmo qui, cribbio.
Doppio cribbio.
Tu non hai capito nulla di me.
E non hai idea di cosa ti perdi, di quante occasioni hai sprecato in tutto questo tempo.
Certo, sarebbe stato possibile, laddove tu avessi mostrato di apprezzarne appieno il valore.
Il tempo, scemo.
Sto parlando del tempo, mentre stiamo sempre parlando d’altro, ignorandolo.
Di cosa hai paura, vuoi dirmelo, una buona volta?
Credi forse che io non sappia di cosa si tratti?
Io non ho timore alcuno, sei tu che hai bisogno di confidarti.
Farebbe bene a te, a noi, non a me.
Io non chiedo nulla, anche se mi dovresti tutto.
Non ho pretese.
Ti ho amato e ti amerò anche dopo, sappilo e questo sono certa che non lo dimenticherai.
Ma non vuol dire che ti resterò accanto, in silenzio, assistendo inerte innanzi alla tua medesima inerzia.
Credimi, e devi farlo, perché sai che qualora ti parli non mento mai se ti guardo negli occhi.
Allorché ti volterai ancora, semmai mi mostrerai ancora indifferenza, questo sarà il mio ennesimo ma definitivo atto d’amore.
Incondizionato.
Senza di me, sarai costretto a sporcarti le mani e la coscienza, mio amato, compagno di una vita, che è stata più tua che mia.
Ti prego, non deludermi come hai fatto finora.
Dimostrami che ne è valsa la pena.
Convincimi che, dopo tutto, malgrado debolezze e viltà, fughe improvvise o perfettamente calcolate, verrà il giorno in cui metterai a posto tutto.
Che risponderai alle domande che ti spettano.
Che avrai la dignità di incurvare la schiena sotto il peso di ogni infamia apparentemente senza nome, o addirittura con l’innocente incatenato al tuo posto.
Scusami, perdona le lacrime, non volevo.
E’ più forte di me.
E’ un immenso peccato che tu non mi abbia riconosciuto come merito sin dal primo istante condiviso.
Non so se saremmo stati più felici, altrimenti.
Ma una cosa è certa.
Tutto, davvero tutto, sarebbe stato infinitamente più vero.
Ecco, adesso guardami con attenzione.
Perché questa è l’ultima volta che spalancherò il mio coraggioso cuore e accoglierò e custodirò per te ogni momento che ti provochi sofferenza e frustrazione, che ti faccia sentir piccolo e inerme, ciascun sentimento scomodo e tutti i pensieri che non riesci ad abbracciare neanche per un istante.
Se non ti deciderai a far luce ovunque, dentro di te, rimarrai solo per il resto dei tuoi giorni.
Con sincero affetto,
La tua memoria
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