Mi piace pensare, l’ho detto.
E, laddove insista nel peraltro comune atto, sono incline a voltar spalle e criterio alla sentenza reale, lo ammetto.
Di conseguenza, a cavallo di codesta fugace andatura, mi piace pensare alla parola fine, incisa una volta per tutte con inchiostro che sia di ogni tipo di rosso, fuorché il sangue delle vittime innocenti.
Un solo, semplice lemma, d’accordo, ma di immenso potere al cospetto delle più orrende narrazioni a cui stiamo assistendo al riparo di comode poltrone con braccioli.
Fine della guerra, fine delle violenze, fine dei massacri, fine, infine, di ogni abominio tollerato, là fuori...
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