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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Racconto di una bimba aliena

Perché al di là delle superficiali giustificazioni, ciò che ci spaventa di più è il dentro delle cose. Nello specifico, un cervello di grandezza superiore, con la propensione ad estendersi verso l’alto. Ovvero, ragione e fantasia che puntino la volta celeste come unica direzione possibile. Cerca di capire i nostri limiti, innanzi alla pericolosa miscela. Ancora oggi, laddove sia presente in una bambina, o futura donna che sia, vien temuta come la più potente arma di liberazione di massa. Noi temiamo gli alieni, sì. E il più delle volte facciamo di tutto per isolarli e provocar loro sofferenza. Leggi il resto

Racconto per riflettere sui social

Quando hai visto crescere i sondaggi a favore di Trump e al contempo, rigoroso contempo, il diffondersi a macchia d’olio di pagine e profili, siti e quant’altro a suo sostegno, non dirmi che non hai unito i puntini della rete. Andiamo, siamo franchi, come si suol dire. Come ha potuto diventare presidente del paese più potente del mondo un tale personaggio, avendo contro la coalizione avversa e una parte consistente del suo stesso partito? Per volere del popolo? Davvero? Leggi il resto

Racconto di donne coraggiose: Marielle Franco

Conta pure la stragrande maggioranza di medagliati sulla pubblica piazza dalla violenta approvazione popolare. Conta financo le crocette sul nome del pusillanime di turno, capace ancora oggi di farsi seguire fin giù nel burrone dai topini dalla coscienza anestetizzata. Ebbene, per quanti patti potranno fare con quest’ultima i venditori d’odio, non potranno mai riempire quella stessa piazza senza comprarla. Perché la loro è la storia di uno, fine. Di uno, solo uno, la cui vita durerà magari a lungo, certo, e laddove anche per lui si adopererà la falce del destino, la venefica pianta verrà strappata per sempre. Leggi il resto

Storia sui social network

Social di Alessandro Ghebreigziabiher Salve, vorrei iscrivermi a questo vostro nuovo social. Perché è nuovo, vero? Certo, verissimo. E come si chiama? Social . Social? Solo… social? Solo social. Cioè, senza solo , social, punto. Senza punto . Le piace? Non saprei, cosa mi può dire di più? Oh, ecco, vede, una volta iscritto, lei avrà la possibilità di scegliere un nickname come nome del profilo, potrà caricare un’immagine quale avatar di quest’ultimo e potrà postare all’interno della sua pagina frasi, immagini, e anche video! Le piace? Ma non è così originale… non offrite qualcosa di innovativo? Scherza? Prima di tutto, noi siamo i primi a mettere a disposizione degli utenti una funzione del tutto sperimentale, che sarà il must del terzo millennio. E sarebbe? I caratteri ipnotici . Che?! I caratteri ipnotici, giovane. Dal nickname alle condivisioni di stato, passando per i post più corposi, le parole digitate con le suddette lettere garantiscono l’ammaliamento

Racconto su animali e piante in estinzione

Insistono ancora, invece, perché sostengono che il clima stia impazzendo proprio perché prendo l’auto tutti i giorni. La risposta è sempre la stessa, vogliamo essere onesti? Okay, io lascio l’auto a impolverarsi e vado con i mezzi. E gli altri? Cosa credete che faranno gli altri? A cosa serve, se tutto il mondo continua a buttarsi nel traffico con almeno due macchine a famiglia ogni giorno? Lo sai che c’è? Perché devo essere io a sacrificarmi, quando nessuno lo fa? Perché nessuno lo fa, questa è la verità... Leggi il resto

Giornata mondiale narrazione orale video Narratori per la Pace

World Storytelling Day 2018 Con gli Storytellers for Peace (Narratori per la Pace) Il World Storytelling Day (Giornata mondiale della narrazione) si celebra ogni anno intorno al 20 marzo. Il tema deciso per il 2018 è Wise Fools (Saggi pazzi). Dopo la poesia Se, di Rudyard Kipling, il progetto Imagine per la Giornata internazionale della pace, i video per la Giornata mondiale dei diritti umani e per il World Storytelling Day 2017, oltre a quello per la Giornata Internazionale della Nonviolenza sempre dello scorso anno, ecco il nuovo lavoro degli Storytellers for Peace (Narratori per la pace). Dieci artisti da tutto il mondo raccontano le loro storie intorno alla saggezza dei folli. I narratori, come consueto artisti provenienti da diversi paesi, ci regalano le loro storie nella rispettiva lingua d’origine (con sottotitoli in Italiano e Inglese): Info: http://www.storytellersforpeace.com/

Racconto del populista e il dittatore

"Ciò che conta di più, però, è che mi sono fatto la suddetta domanda e ho così risposto: i miei potenziali elettori sono tutti, perché io devo parlare a tutti, e allora devo usare parole semplicissime, che chiunque possa capire.” “Obbedire.” “Prego?” “Non capire, obbedire. Io lo preferisco.” “Sì, certo, anche per me è lo stesso!” “Ed è bastato questo?” “No, quello è stato il primo passo. Secondo, una volta compreso che devo parlare a tutti e devo usare parole semplicissime, mi sono chiesto: cosa devo dire alle persone?” “E cos’hai capito?” “Che devo dire roba che metta le une contro le altre e che, soprattutto, fomenti le loro più ottuse paure.” Leggi il resto

Ascoltami

Ascoltami di Alessandro Ghebreigziabiher Ciao, Paola… Oh, Teresa, finalmente. Tutto bene? Lo spero, perché ho passato una giornata che non sai. Raccontami… Allora, ascolta, ieri è stata anche peggio, il che è tutto dire, ma che te lo dico a fare. E allora non dirmelo… Scherzi? Ma è proprio questo, il punto! Ieri è stato uno schifo, ci può stare, ma oggi volevo parlarne con qualcuno, sfogarmi, sai? Quella roba lì, hai presente? Sì… Eh, chiaro, quindi vado da mamma e le dico che le voglio parlare del mio ragazzo, e lei? E lei cosa? Lei neanche mi fa iniziare a parlare che comincia la solita tiritera di quand’era giovane, dei primi fidanzatini, e poi finisce sempre che si mette a piangere, perché prima usciva di più, e ora si sente sempre stanca, e vai, e vai… ma ascoltare, no, eh? Già… Allora sono andata da papà. E com’è stato? Peggio mi sento! Lui neanche mi ha lasciato il tempo di respirare. Ha cominciato a inveire sul mio ragazzo, che voleva prenderlo a pugn

Racconto sul razzismo in Italia oggi

Contemporaneamente, nel paese democratico è finalmente passato il giorno delle elezioni. Malgrado nel resto del tempo, sia sempre un paese democratico. Ovvero, tutta la democrazia che ha il coraggio di costruire intorno a una singola, sola parola. Lavoro? Macché. Legalità? Non scherziamo, su. Diritti e doveri, forse? Eh no, siamo onesti, dai. La parola è stata sino alla vigilia, nel giorno stesso e pure l’indomani sempre la medesima: immigrati. Con le varie declinazioni barra sinonimi a vario titolo, come migranti, stranieri, clandestini, ma pure stupratori, ladri, assassini, e laddove occorra, anche terroristi... Leggi il resto

Racconto per riflettere: mi piace pensare

Mi piace pensare, l’ho detto. E, laddove insista nel peraltro comune atto, sono incline a voltar spalle e criterio alla sentenza reale, lo ammetto. Di conseguenza, a cavallo di codesta fugace andatura, mi piace pensare alla parola fine, incisa una volta per tutte con inchiostro che sia di ogni tipo di rosso, fuorché il sangue delle vittime innocenti. Un solo, semplice lemma, d’accordo, ma di immenso potere al cospetto delle più orrende narrazioni a cui stiamo assistendo al riparo di comode poltrone con braccioli. Fine della guerra, fine delle violenze, fine dei massacri, fine, infine, di ogni abominio tollerato, là fuori... Leggi il resto

Io sono diverso

Io sono diverso di Alessandro Ghebreigziabiher Sono diverso, capisci? Io sono diverso. E’ evidente, non è un pregiudizio, è così. Te l’ho detto stamani, prima di uscir di casa e te lo ripeto ora che son tornato da te. Non appena ho varcato la soglia del mio appartamento, ne ho avuto riprova, capisci? Mi capisci, sì? C’era quel signore là, quello che non saluta, con gli occhiali piccoli, gli occhi ancor più minuscoli e le pupille che si vedono appena per quanto son microscopiche. Io ho gli occhi grandi, invece. E il naso… no, il mio è più grosso, d’accordo, ma è dritto, il suo ha la gobba, vuoi mettere? No, sono diverso, non mi stancherò mai di ripeterlo, ma è roba che non si discute. Sono diverso dalla signora nell’ascensore, con quelle lentiggini sulle gote e i capelli biondi. I miei sono castani, cavolo, un castano particolare, però. Niente di paragonabile al castano del portinaio che spazzava nell’ingresso. No, perché uno potrebbe dire che sei diverso, t